Storia dell'Amaro del Capo

IL VECCHIO AMARO DEL CAPO

“L’amaro più amato dagli Italiani”, è così che è stato riconosciuto nell’edizione del 2017 di TuttoFood Milano. Ma la storia dell’Amaro del Capo iniziò molto prima.

 

Il Vecchio Amaro del Capo deve essere un motivo d’orgoglio per il nostro Paese, viene infatti prodotto in Calabria. Più precisamente a Limbadi, un paesino in provincia di Vibo Valentia.
Questo amaro è il prodotto più noto del Gruppo Caffo 1915, una distilleria calabrese che ha saputo costruire il suo successo su diverse intuizioni produttive e commerciali.
Il Vecchio Amaro del Capo prende il nome da Capo Vaticano, una meravigliosa località turistica calabrese messa in risalto anche sull’etichetta.

Frutto di un’antica ricetta locale, rielaborata e migliorata nel corso del tempo proprio dalla famosa distilleria, questo liquore è diventato negli anni un simbolo della Calabria.
Non a caso è composto da circa 29 ingredienti, ognuno dei quali valorizza le materie prime del territorio. Tra i tanti ingredienti spiccano il mandarino, le arance amare e dolci, la camomilla, la liquirizia ed il ginepro.
Tutti questi fiori, frutti ed erbe conferiscono al liquore un inconfondibile colore caldo ed ambrato. Ma soprattutto un gusto delicato ed aromatico, da sempre espressione sincera di genuinità.

Nella ricca storia di questo amaro colpisce però una curiosità. La distilleria Caffo è stata la prima a proporre una temperatura di servizio ghiacciato (-20°) per un amaro. Questo venne fatto principalmente per ovviare alla stagionalità limitata di consumo, in una regione calda come la Calabria. Questa mossa si rivelò vincente, infatti esaltò alcune note della bevanda che fino a quel momento erano rimaste nascoste, come la freschezza della menta ed il gusto pungente del ginepro.
Da questo momento, l’Amaro del Capo acquisì ancor più fama conquistando con il tempo molti mercati esteri.

Più recentemente per far appassionare nuovi target al Vecchio Amaro del Capo si è cercato di inserire il liquore in alcuni cocktail. Il primo esperimento in questo senso è stato il CapoTonic, che sostituisce il Vecchio Amaro del Capo al gin, ma non è certamente l’unico.

Nel corso degli anni, le giurie più prestigiose del mondo ne hanno riconosciuto l’unicità.

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